Costantino Di Sante
Stranieri indesiderabili
Il campo di Fossoli e i "centri raccolta profughi" in Italia (1945-1970)
 
Il corriere della sera - 08.01.2012

Gli ex aguzzini a fianco delle vittime

di Dino Messina

Gli Alleati avevano definito displaced persons quella massa di sbandati che alla fine della Seconda guerra mondiale erano in cerca di una sistemazione. Un fenomeno che riguardò, solo in Italia, centinaia di migliaia di individui vaganti per la penisola: alcuni erano criminali di guerra che non volevano rientrare nei loro Paesi per evitare la punizione, altri erano magari stati combattenti per la libertà in disaccordo con il regime che aveva preso il potere nella loro terra, altri ancora ebrei da poco liberati e senza documenti che transitavano nella penisola per poter raggiungere la Palestina o imbarcarsi per l’America. A questa umanità variopinta vanno aggiunte le numerose donne che avevano seguito le armate tedesche durante la lunga campagna italiana, o ancora orfani in cerca di qualche parente. Classificate come «clandestine» o «indesiderate» dalla polizia, queste persone costituirono a lungo un problema per i primi governi italiani, i quali non trovarono altra soluzione che mandarle, in parte, nei «campi raccolta profughi» che fino a ieri avevano ospitato (o continuavano ancora ad ospitare) soldati repubblichini, e che fino all’altro ieri erano stati i luoghi di raccolta per gli ebrei che dovevano essere spediti nei Lager tedeschi. Centrale in questa vicenda, raccontata ora dallo storico Costantino Di Sante nel bel libro "Stranieri indesiderabili" (Ombre Corte/Documenta, pp. 176, € 17) è il campo di Fossoli, nei pressi di Modena. Un campo diventato per un anno e mezzo, sino al 1947, quando venne chiuso per dar spazio ai Piccoli Apostoli della comunità Nomadelfia creata da don Zeno Saltini, una internazionale della disperazione. Dove poteva capitare che accanto ai polacchi che avevano combattuto con i nostri partigiani ci fossero irriducibili repubblichini o, peggio, nella stessa stanza si trovassero ebrei appena liberati dai Lager, e nazisti criminali di guerra. Giovani e poverissime famiglie con bambini piccoli e gruppi di prostitute malate. Di Sante racconta anche le vicende dei campi di Lipari, Farfa Sabina, Alberobello, Ustica, dove l’odissea dei più sfortunati continuò sino alla fine degli anni Sessanta.












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