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RASSEGNA STAMPA
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La potenza della povertà
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Marx legge Spinoza
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pp. 137
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€ 13,00
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isbn 88-87009-82-1
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Prefazione di Antonio Negri
Il libro
Come scrive Toni Negri nella prefazione, "il volume articola tre mosse. Nella prima, la relazione Spinoza-Marx è stabilita a partire dall'accostamento, nello sviluppo del dispositivo immanentista, della definizione di nozione comune in Spinoza e del valore in Marx. La seconda mossa pone in luce la fedeltà e la fecondità della lettura marxiana di Spinoza nel Quaderno del 1841. La terza mossa svolge il tema della virtualità della forza lavoro, ossia della potenza della povertà, attraverso un confronto attento degli scritti spinoziani e marxiani nonché delle loro interpretazioni più recenti.
Le questioni che Pascucci pone, a partire dalla 'povera' virtualità della forza lavoro, sono precise: può, su questa base, la produzione essere immaginata come liberazione del valore dalla astrazione alla quale è costretto? Può la potenza, ripresa all'interno del tempo del capitale, essere liberata e costruita come tempo della nostra vita? Può la prassi trasformatrice marxiana organizzare materialmente la potenza dell'immaginazione spinozista? Sottraendosi ad ogni concezione economicista del marxismo, l'autrice ritiene che 'al plusvalore del capitale si possa opporre un plusconcetto della vita: un eccesso di essere, una dismisura che annulla il capitale all'interno del suo stesso meccanismo di produzione e lo rovescia in non-senso, che lo lascia svanire nel vuoto che esso è': che riproponga allora il valore del mondo come produzione del povero".
L'autrice
Margherita Pascucci ha conseguito il Master in Lingua e Letteratura yiddish presso la Columbia University (NY), un dottorato in Letteratura comparata presso la New York University e un altro in Filosofia presso Viadrina Universität (Frankfurt an der Oder). Ha pubblicato Il pensiero di Walter Benjamin. Un'introduzione (Edizioni il Parnaso, Trieste 2002) e diversi articoli di argomento filosofico. Di recente ha curato quattro voci per l'Encyclopedia of World Poverty per la Golson Sege Books, New York (di prossima pubblicazione).
Indice del volume
Prefazione
di Antonio Negri
Introduzione
1. Causa sui/causa ab olio
Valore e nozioni comuni, - Definizione del valore e del carattere di forma equivalente, - Nozioni comuni come koinai ennoiai, - Come sono legate le nozioni comuni agli affetti?
2. Quaderno Spinoza. Immaginazione e umwälzende Praxis
Tractatus Theologico-Politicus, - Immaginazione, - Berlino 1841. Lettere: umwälzende Praxis
3. La potenza della povertà. Per una economia della gioia
Atomo di virtualità o l'astrazione anticipatoria, - Lo stabilirsi di rapporti aconcettuali, - La virtualità della storia, - Excursus sulla potenza ontologica e come questa definisca la povertà, - Come la dunamis-virtù è la potenza spinoziana, - La virtualità del nostro tempo, - Potenza e dismisura
Note
Dalla Prefazione di Toni Negri
(...)
Lascio ai lettori la valutazione della fine ricerca che, lungo tutto il suo libro, Pascucci fa dell'astrazione del valore, della dismisura del lavoro, della potenza della prassi trasformatrice. Quello su cui mi piace insistere, sono le caratteristiche della potenza di povertà e su come la povertà possa essere letta in quanto potenza. Diciamo dunque che la produzione di soggettività (aperta all'interno dello sviluppo capitalistico) trova la sua verità solo quando essa si regga sulla liberazione della forza lavoro, e cioè sulla libertà e sull'infinita potenzialità che questa ha in quanto consiste originariamente come povertà. La produzione di merci e la costruzione di vita diventano contraddittorie e si aprono ad un processo di metamorfosi, meglio di trasformazione pratica quando la potenza (quella della povertà) riesce ad esprimersi. La povertà non può essere chiusa nella definizione di miseria, alla quale il capitale vorrebbe ridurla: di contro essa insorge continuamente rivelando insieme potenza comune e capacità di sviluppare gioia. Se la virtualità apre al tempo e coordina tendenzialmente il reale, la povertà è luogo, ad un tempo, di conoscenza della violazione capitalistica del comune e di una conseguente necessaria pratica rivoluzionaria. La povertà non è mai mancanza, non è stato di bisogno, è piuttosto una potenza che si esprime incessante nel tempo della vita. Intrattenibile dal capitale. Costitutiva di nuova vita.
Quanto sembra paradossale questa fissazione dell'origine della ricchezza e della gioia nella povertà! Eppure, è questo rapporto che invera, nella prassi, la virtualità spinozista. Il movimento di questa virtualità povera e la sua metamorfosi segnano, illustrano ed esaltano il percorso teorico che definisce la povertà come potenza.
Nell'attuale rinnovamento del pensiero comunista (che contrasta l'astrazione ulteriore del potere capitalistico) sempre più voci che si richiamano alla povertà come forza produttiva insorgono con grande forza. Abbiamo infatti imparato a leggere la povertà come virtualità di una potenza comune. Probabilmente su queste basi sarà possibile rinnovare l'esperienza comunista. Come farlo se non affondando il nostro pensiero, il nostro vivere nell'esperienza della povertà (e del suo potenziale creativo), dell'esclusione (e delle resistenze che produce), del rifiuto del comando (e dell'immaginazione che libera)?
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