Descrizione
Gilles Ménage
Storia delle donne filosofe
Traduzione e cura di Alessia Parolotto
Introduzione di Chiara Zamboni
Scritto da Gilles Ménage, grande latinista e precettore di madame de Sévigné e di madame de Lafayette, Mulierum philosopharum historia (1690) è un libro sulle pensatrici dell’antichità, una “storia” senza precedenti e senza seguito, fino a tempi molto recenti. Dividendole per correnti di pensiero, ma iniziando da quelle che non appartengono a nessuna scuola, Ménage ci presenta una serie di figure appassionanti: Diotima la maestra di Socrate, Arete la cirenaica, Nicarete la megarica, Iparchia la cinica, Teodora la peripatetica, Leonzia l’epicurea, Temistoclea la pitagorica, per citare solo alcune delle sessantacinque filosofe che l’autore individua studiando i testi antichi e le opere dei padri della chiesa, e che noi oggi difficilmente avremmo l’avventura di incontrare sfogliando le nostre enciclopedie filosofiche.
Lo stile narrativo con il quale l’autore ricostruisce la storia di queste donne e l’insistere sulla loro vita e sugli aspetti più importanti delle loro biografie, legandoli al pensiero, sono sicuramente in sintonia con la tradizione del suo tempo. Ma, come scrive Chiara Zamboni nell’introduzione, in questo insistere sulla vita parlando di filosofia c’è forse qualcosa di più, “un riconoscere senza problemi che il pensiero femminile è inseparabile dalla vita quotidiana”, indivisibile nel suo essere pubblico e privato.
Gilles Ménage (1613-1692), grande latinista, grammatico e precettore di madame de Sévigné e madame de Lafayette, si occupò approfonditamente della lingua francese (Origines de la langue Française, 1650; Observation sur la langue française (1672) e scrisse un’opera satirica sull’Accademia francese intitolata Requête des dictionnaires à l’Académie (1646), poi reintitolata Le Parnasse alarmé. Gli altri suoi lavori sono: Vita Mathaei Menagii, advocati regii Andegavensis (1664), Juris civilis amoenitates (1640), Réponse au Discours sur l’Heautontimorumenos de Térence (1640), Miscellanea (1652), Mescolanze (1678) e Poemata (1656).
UN ASSAGGIO
Indice
7 Introduzione
di Chiara Zamboni
32 Avvertenza alla traduzione
33 Prefazione
35 Donne filosofe di scuola incerta
Ippo; Aristoclea; Cleubolina; Aspasia; Diotima; Beronice; Panfila; Clea; Euridice; Giulia Domna; Miro; Sosipatra; Antusa; Aganice; Eudocia (Atenaide); Santa Caterina; Anna Comnena; Eudocia (sposa di Costantino Paleologo); Panipersebasta; Novella; Eloisa
63 Platoniche
Lastenia; Assiotea; Arria; Gemina (madre e figlia); Anficlea; Ipazia
70 Accademiche
Cerellia
73 Dialettiche
Argia; Teognide; Artemisia; Pantaclea
74 Cirenaiche
Arete
76 Filosofe di Megara
Nicarete
77 Ciniche
Ipparchia
79 Peripatetiche
La figlia di Olimpiodoro; Teodora
82 Epicuree
Temista; Leonzio; Teofila
86 Stoiche
Porcia; Arria (madre e figlia); Fannia; Teofila
89 Pitagoriche
Temistoclea; Teano (sposa di Pitagora); Myia; Arignote; Damo; Sara; Timica; Filtati; Occello; Eccelo; Chilonide; Teano (sposa di Brontino); Myia (vedi sopra); Lastenia; Abrotelia; Echecratia; Tirsenide; Bisorronde; Nesteadusa; Bio; Babelima; Cleacma; Finti; Perittione; Melissa; Rodope; Tolomea
Introduzione
di Chiara Zamboni
Gilles Ménage e le amiche del movimento
delle Preziose
Gilles Ménage pubblica la Storia delle donne filosofe nel 1690, dedicandola a Madame Anne Lefévre Dacier, amica e pensatrice. Non indirizza a lei questo testo solo per l’argomento del libro o per ricalcare Diogene Laerzio, che aveva dedicato a una donna la sua opera sulla vita dei filosofi, e che costituiva il suo modello. O almeno non soltanto per questi motivi.
Anne Lefévre Dacier era un’intellettuale che era intervenuta con suoi scritti sulla querelle degli antichi e dei moderni, era una grecista e aveva curato con il marito l’edizione dell’Iliade e dell’Odissea. Credo che per Ménage scrivere questo libro e dedicarlo a lei fosse un dono che egli desiderava fare alle donne pensatrici del suo tempo: mostrare che anche nell’antichità c’erano state donne di grande valore intellettuale – filosofe di cui non erano rimasti testi, se non tracce –, eppure molto stimate al loro tempo. E questo lo si poteva ricostruire da fonti antiche. Ed è quel che lui fa, basandosi sulle sue grandi conoscenze di filologia classica, sulla sua passione per i testi greci e i latini.
Ménage nacque ad Angers, in Francia, nel 1613 e la sua prima formazione fu di avvocato. Più tardi, a Parigi, entrò nell’entourage del cardinale di Retz e abbracciò la carriera ecclesiastica, che significava per lui come per molti altri una certa collocazione sociale. Appassionato di filologia classica, curò l’opera di Diogene Laerzio, Le vite dei filosofi illustri, che finì facilmente per essere la falsariga della sua storia delle donne filosofe. Era molto noto al suo tempo come persona intelligente, acuta, gran parlatore. Fu uno dei protagonisti dei più importanti salotti del periodo “prezioso” a Parigi: dell’Hôtel de Rambouillet, guidato da Catherine de Vivonne – diventata con il matrimonio Madame de Rambouillet –, ma soprattutto degli incontri del sabato nel salotto di Mademoiselle de Scudery, i cui scritti rappresentarono il manifesto del movimento prezioso. Frequentò inoltre la duchessa di Longueville e il salotto della marchesa di Sablé.
Per l’interessamento dell’entourage del cardinale di Retz divenne tutore di Madame de Sévigné con l’impegno di guidarla nelle letture, di raffinare la sua scrittura del francese e di introdurla nei salotti che lui conosceva. La parola tutore non rende la gaiezza del loro scambio intellettuale, di frequente galante, che si ricava dalle lettere. In un secondo momento si impegnò allo stesso modo con Madame de La Fayette, e forse anche di più, dato che il coinvolgimento galante si avverte più forte nell’epistolario, almeno fino a quando Madame de La Fayette si legò a La Rochefoucauld. Quest’ultima circostanza non interruppe i loro rapporti, ma li rese più pacati e meditativi. Madame de Sévigné e Madame de La Fayette erano molto amiche: entrambe grandi nella scrittura, sono considerate come le più importanti esponenti della seconda generazione del movimento delle Preziose.
Che Ménage abbia scritto una storia delle donne filosofe dell’antichità e che l’abbia dedicata a un’amica pensatrice sono gesti che vanno considerati nel contesto del movimento delle Preziose. Dal suo interno. L’inizio simbolico del movimento delle Preziose è il 1618, quando Madame de Rambouillet ristrutturò alcune stanze del proprio palazzo a Parigi per farne un luogo di conversazione del tutto originale e fuori dai canoni. Per favorire la conversazione colta, ariosa e amichevole, progettò spazi con grandi finestre che davano sul giardino interno, molto luminose. Si liberò degli arredamenti pesanti. Le pareti della camera degli incontri dovevano essere azzurre, con un letto al centro dove lei stessa si stendeva per guidare la conversazione. Attorno al letto poltroncine leggere che potevano essere spostate come si voleva. Il discutere assieme avveniva dunque in un luogo luminoso, dalle tinte leggere, dove al centro era il letto e gli amici attorno. Uno stile che doveva fare scuola e che divenne una moda fino all’ultimo decennio del Seicento. Un modo di abitare lo spazio tra privato e pubblico, dove corpo e parola erano volutamente avvicinati e non mantenuti estranei. […]