Descrizione
Vincenzo Filippone-Thaulero
L’arte di fronte all’Origine
a cura di Vincenzo Di Marco, Aldo Marroni
“L’arte di fronte all’Origine” raccoglie una serie di frammenti risalenti ai corsi di Estetica che Vincenzo Filippone-Thaulero (1930-1972) tenne all’Università di Salerno a partire dal 1965. I riferimenti all’estetica dassica, alle nozioni del bello e dell’arte, apparentemente accettati per il loro valore etico e normativo, in Filippone-Thaulero finiscono per essere “divorati” dall’ansia di ricondurre il gesto artistico e l’intenzione estetica alla più ampia “intenzionalità” del Dio-Origine, senza la quale il significato stesso dell’arte finirebbe per perdersi nell’insignificanza del tecnicismo e del puro intrattenimento. Per l’autore l’arte è una testimonianza per certi versi drammatica dello smarrimento e della resa al nulla. L’artista si “consuma” nel compimento del gesto estetico, senza mai cedere alla strumentalità dei mezzi che adopera o alla reificazione del prodotto artistico una volta uscito dalle mani del suo creatore. Il testo di Filippone-Thaulero è preceduto da un saggio di presentazione di Vincenzo Di Marco, discusso da Aldo Marroni. Il libro si chiude con un contributo di Ugo Di Toro dedicato al tema dell’origine presso gli antichi greci.
Vincenzo Filippone-Thaulero (1930-1972) è stato un filosofo, sociologo, teologo e letterato di impronta cattolica. Ha diretto il Bollettino di Sociologia su incarico di Luigi Sturzo a metà degli anni Cinquanta e collaborato alla Rivista di Sociologia della Pro Deo-Luiss. Conoscitore della fenomenologia tedesca ha pubblicato due volumi sul pensiero di Max Scheler e tradotto l’Etica di Nicolai Hartmann. Ha insegnato presso l’Università di Salerno ricoprendo l’incarico di Filosofia morale ed Estetica dal 1965 al 1972. L’Opera omnia che raccoglie tutti gli scritti, editi ed inediti, è in corso di stampa presso Studium Edizioni di Roma, a cura di Vincenzo Di Marco.
UN ASSAGGIO
Vincenzo Filippone-Thaulero e la rivelazione dell’Origine
di Vincenzo Di Marco
Il testo di Vincenzo Filippone-Thaulero che qui viene presentato, L’arte di fronte all’Origine, risale all’anno accademico 1965-1966, quando ottenne per la prima volta l’incarico di Estetica presso l’Università di Salerno. In realtà lo scritto è il risultato di varie stesure di altrettanti frammenti che sono stati “ricuciti” assieme seguendone l’andamento stilistico e contenutistico. Essi non presentavano, nel fascicolo d’archivio che li contenevano, la sequenza finale che troviamo qui riprodotta. Il lavoro di adattamento non ne ha modificato, nella sostanza, la scrittura e i contenuti. L’Autore esprime le sue considerazioni generali sull’estetica, ma ben presto il discorso è ricondotto alle linee portanti del suo pensiero. Le questioni del “bello”, dell’“arte” e della “cultura” vengono lette in conformità alle sue convinzioni di natura squisitamente metafisica.
A tratti è difficile seguire il discorso di Filippone-Thaulero. Non solo perché la lingua che adotta non fa quasi mai ricorso ad esemplificazioni artistico-letterarie, eccettuato un rapido passaggio a due versi di Dante Alighieri, ma forse perché la materia estetologica ai suoi occhi non si distingue minimamente dal linguaggio filosofico tout court. Anche se i lettori dei nostri giorni – come riferisce Adorno citando una celebre frase di Carlo Carafa (mundus vult decipi) – preferiscono essere ingannati con la convinzione che un prodotto facilmente comprensibile realizzi meglio e bene il suo scopo, Filippone-Thaulero non desiste dal suo compito, che è quello dello scavo in profondità di ogni argomento dirimente.
Il pensiero estetico di Filippone-Thaulero presenta forti analogie con quello di Agostino e von Balthasar, ma non è riducibile ad una estetica espressamente teologica. Questa breve serie di frammenti si inscrive nel solco principale della storia dell’Estetica, in quanto parte dall’esame dei suoi concetti fondamentali e dei suoi nodi problematici risaputi: il bello, l’arte, l’esperienza artistica, l’espressione, lo stile, l’ironia, la fantasia, il sentimento, la crisi dell’arte. La relazione tra il manifestarsi artistico e la questione filosofica dell’Essere è solo un aspetto dei suoi interessi, pur restando uno snodo fondamentale irrinunciabile. I temi dell’attesa, della speranza e della fede, che sono l’essenza del rapporto tra Arte e Cristianesimo, non sono ricondotti direttamente alle fonti, ma sono come sedimentati e ravvisabili sullo sfondo. Le opere di riferimento che stimolano la sua riflessione vanno cercate negli scritti fondamentali di Nietzsche (Così parlò Zarathustra), Croce (Estetica), Heidegger (L’origine dell’opera d’arte), Gadamer (Verità e metodo), e nella coeva opera di Pareyson (Teoria della formatività), ampiamente commentati nei suoi appunti e con cui possiamo stabilire più di un confronto ideale.