Descrizione
Alessandro Dal Lago
La produzione della devianza
Teoria sociale e meccanismi di controllo
“Credo che oggi, esattamente come vent’anni fa, il lavoro teorico ed empirico sulle devianze vecchie e nuove debba sfuggire alle pretese della terminologia positivistica delle scienze sociali e soprattutto dei meccanismi politico-morali che esse innescano. Così, un lavoro sulle scienze dell’immigrazione potrebbe mostrare, allo stesso modo in cui Foucault ha decostruito le idee di razza e di nazione, come il linguaggio ‘tecnico’ della demografia, della sociologia, delle relazioni internazionali, ecc. travesta spesso la preoccupazione profonda di inferiorizzare i migranti, di tenerli a distanza, di farne dei non-cittadini. In questa prospettiva, il saggio che viene riproposto non è che una prima lettura, inevitabilmente parziale, delle procedure con cui le moderne scienze hanno contribuito a spoliticizzare l’esperienza”.
“Sono convinto, oggi come ieri, che i discorsi sociologici (e criminologici) sulla devianza non debbano essere trattati tanto come ipotesi scientifiche su certi aspetti della realtà sociale, quanto e soprattutto come dispositivi che costituiscono il proprio oggetto in base a strategie che hanno a che fare con il potere” (dalla Prefazione alla seconda edizione del 2000).
Alessandro Dal Lago (2 settembre 1947-26 marzo 2022) è stato docente di Sociologia dei processi culturali all’Università di Genova e ha pubblicato diversi libri e saggi di argomento sociologico e filosofico e ha curato, tra l’altro, l’edizione italiana di opere di Hannah Arendt e Michel Foucault. Si è occupato in particolare di esclusione, fenomeni migratori e conflitti globali. Ricordiamo, in modo del tutto arbitrario, Non-persone (Feltrinelli, 2004), Le nostre guerre (manifestolibri, 2010), Polizia globale (ombre corte, 2003) e Insofferenze. Saggi critici sulla cultura contemporanea (Prospero editore, 2021).