Descrizione
Maurizio Lazzarato
Il governo delle disuguaglianze
Critica dell’insicurezza neoliberista
Traduzione di Gianfranco Morosato
Questo lavoro nasce dalla necessità di ritornare su una precedente inchiesta riguardante le condizioni di impiego, di lavoro e di disoccupazione degli intermittenti dello spettacolo, ma con sguardo leggermente diverso da quello socio-economico con la quale era stata condotta. Privilegiando altri approcci, come quelli elaborati da Michel Foucault, Gilles Deleuze e Félix Guattari, lo scopo è di far emergere ciò che da essa appariva solo in filigrana, ossia gli “effetti di potere”, i dispositivi economici e sociali, la complessità dei modi di assoggettamento delle politiche neoliberiste e dei processi di soggettivazione del conflitto, i vincoli e le libertà che il governo delle disuguaglianze comporta. Da questo governo, che tratta ciascun individuo, ciascun lavoratore isolatamente, come un’impresa, si diffondono diverse paure, che investono tutti i segmenti della società neoliberista e ne costituiscono il fondamento affettivo.
La condizione dei lavoratori dello spettacolo francesi, e le loro lotte contro la “riforma” del sistema di indennità di disoccupazione, vengono dunque assunte come un “analizzatore” delle condizioni generali di produzione e riproduzione del mercato del lavoro flessibile e precario, e come rivelatrici delle nuove forme di asservimento e di modalità di rifiuto, di lotta e di soggettivazione politica che esse implicano. Modalità che oggi, tuttavia, devono fare i conti – come suggerisce il saggio aggiunto per l’edizione italiana – con il nuovo “capitalismo di Stato”, con il governo liberista di una crisi finanziaria rapidamente trasformatasi in crisi dei debiti sovrani.
Maurizio Lazzatato, sociologo e filosofo, vive e lavora a Parigi, dove svolge attività di ricerca sulle trasformazioni del lavoro e le nuove forme dei movimenti sociali. Tra i suoi lavori tradotti in italiano: La fabbrica dell’uomo indebitato. Saggio sulla condizione neoliberista (DeriveApprodi, 2012). Per i nostri tipi, Lavoro immateriale. Forme di vita e produzione di soggettività (1997). È inoltre autore di Puissances de l’invention. La psychologie économique de Gabriel Tarde contre l’économie politique (2002) e Expérimentations politiques (2009).
Rassegna stampa
DIRITTI GLOBALI
Stati di massima insicurezza
La crisi ha messo in evidenza come il governo delle diseguaglianze sociali sia un obiettivo degli stati nazionali. Ma quello che emerge è l’aumento della precarietà e una mercificazione dei diritti sociali. Un percorso di lettura a partire da un volume del ricercatore Maurizio Lazzarato
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UN ASSAGGIO
Introduzione
Questo libro è stato costruito a partire da una esperienza, da una sperimentazione: una inchiesta condotta congiuntamente da un collettivo di ricercatori e da “non ricercatori” (intermittenti e precari) sulle condizioni di lavoro, di impiego e di disoccupazione degli intermittenti dello spettacolo dal settembre 2004 al novembre 2005, durante il conflitto. Il metodo e gli obiettivi dell’inchiesta erano principalmente socio-economici, e se i risultati che abbiamo raggiunto (e raccolto in un libro) sono importanti, occorre dire che essi sono anche limitati. Questo libro nasce dunque dalla necessità di ritornare sull’inchiesta con uno sguardo leggermente diverso rispetto alle ipotesi sulla base dalle quali è stata costruita; la griglia socio-economica dell’analisi delle pratiche d’impiego, di lavoro e di disoccupazione degli intermittenti lascia passare troppe cose attraverso i suoi filtri. Gli “effetti di potere” dei dispositivi economici e sociali (del lavoro salariato e dei meccanismi dello Stato sociale sulla soggettività), gli effetti di potere delle pratiche discorsive (degli scienziati, degli esperti e dei media che hanno accompagnato e ritmato lo svilupparsi del conflitto), la complessità dei modi di assoggettamento delle politiche neoliberiste e dei processi di soggettivazione del conflitto, i vincoli e le libertà che il governo delle disuguaglianze implica, tutto questo appare solo in filigrana nell’analisi socio-economica.
Per cercare di trattenere ciò che la griglia socio-economica si lascia sfuggire, all’analisi di questo conflitto abbiamo voluto integrare altri metodi – metodi elaborati nel corso degli anni Sessanta e Settanta da Michel Foucault, Gilles Deleuze e Félix Guattari, metodi di cui la critica sociale, nella maggior parte dei casi, non ha ancora, secondo noi, ben valutato e sfruttato tutte le potenzialità politiche e tutta la fecondità euristica.
Questi due libri (quello costruito attorno all’inchiesta e questo), questi due diversi approcci agli stessi eventi, testimoniano una difficoltà teorica che è anche, in realtà, un’impasse politica. Nella “grande trasformazione” che stiamo vivendo, essi problematizzano la difficoltà di combinare l’analisi, i modi di intervento e di organizzazione fondati sui grandi dualismi del capitale e del lavoro, dell’economia e della politica, e l’analisi e i modi di intervento e di organizzazione espressi a partire dal ’68, costruiti su una logica della molteplicità e della differenza, che agisce al di sotto, trasversalmente e accanto ai cosiddetti grandi dualismi. Questi due libri, che testimoniano di questa difficoltà, vorrebbero al tempo stesso contribuire a tracciare ed elaborare alcuni percorsi per ovviare all’impotenza di cui questa difficoltà è la causa.