a cura di Carlo Chiurco
Filosofia di Berlusconi
L'essere e il nulla nell'Italia del Cavaliere
 
++ L'espresso - n. 6, 10 febbraio 2011

Quel Cavaliere pare Ubu

di Stefania Rossini

Un pool di filosofi analizza il berlusconismo e il suo capo.
La filosofia, diceva Hegel, è come la nottola di Minerva che spicca il volo al calar della sera, cioè prende la parola sui fenomeni quando questi sono al declino. Alcuni studiosi di filosofia hanno applicato il metodo al berlusconismo morente individuando il punto di non ritorno nel caso Noemi che, un anno fa, avrebbe svelato con la forza di una sola immagine l'essenza di un regime che decenni di scandali e processi non avevano scalfito. L'immagine è quella "della mano chiazzata e tremante di voluttà di un settantenne sulla coscia di una ragazzina" che, da sola e finalmente, "demistifica il berlusconismo strappandogli di dosso quell'aura paesana e perfino bonaria che aveva coltivato intorno a sé".
Si apre così, quasi fosse un pamphlet, un serio e ponderoso volume a più voci curato da Carlo Chiurco, docente di Filosofia medievale all'Università di Verona, che esce in libreria in questi giorni ("Filosofia di Berlusconi. L'essere e il nulla nell'Italia del Cavaliere", ed. Ombre corte). Il titolo sartriano non è scomodato a caso perché anche qui si tratta di ontologia fenomenologica con al centro "l'essere" senza dio che ha dominato gli ultimi vent'anni della storia italiana.
L'intento è di svelare la logica, la narrativa e la metafisica che hanno reso possibile la trasformazione della nostra quotidianità in quello che gli autori indicano come "un perverso intreccio di menzogne, barzellette, millanterie e volgarità sullo sfondo di una sistematica, sprezzante opera di demolizione e privatizzazione delle istituzioni". Come si vede nessuno sconto all'uomo e ai suoi metodi, anzi spesso un tono più duro degli oppositori tradizionali, ma puntato su categorie poco frequentate. Lorenzo Bernini, filosofo politico, illumina ad esempio "il corpo biopolitico di un Capo senza volontà propria che ha finito per incarnare le fantasie di trasgressione degli italiani mettendo in scena la loro stessa oscenità". Il velinismo è affrontato da Silvia Cavalieri, filosofa del linguaggio, puntando sulla responsabilità delle donne stesse e sull'arretramento della loro condizione ma mostrando come il berlusconismo si avvii al crollo proprio sulle macerie del modello femminile che gli è stato essenziale per imporsi all'intera società. Ubu re, il grottesco personaggio inventato da Jarry, è ripreso da Gianluca Sulla, docente di Filosofia della religione, per descrivere la tenuta del potere berlusconiano: "Come per Ubu, il fatto che resti al comando pur essendosi rivelato come infame, rende il suo potere ancora più illimitato e arbitrario". Tanto da poter dire che resta imbattuto non malgrado le accuse giudiziarie, ma proprio grazie a queste.
È però il curatore Curchio ad accompagnarci a quell'esito finale che appare ineluttabile. Scopriamo con lui un Berlusconi nichilista che, lontano da una qualche comunanza con l'eroismo intellettuale che si trova in Nietzsche e Heidegger, sguazza da trionfatore nel "Nulla pratico", cioè nel vuoto afasico che caratterizza oggi tutto l'Occidente. Ma il nichilismo che non può vivere senza una realtà da pervertire, sarà sconfitto proprio dalla stessa realtà che non potrà, alla fine, accettare di essere completamente negata. Ma i tempi, ci avvertono i filosofi, non saranno brevi.



++ L'Arena - 10 febbraio 2011
Tra filosofia e Striscia la notizia: ecco l'Italia del berlusconismo

di Manuela Trevisani

IL CASO. Presentato tra polemiche il libro sul presidente del Consiglio curato da alcuni docenti dell'ateneo di Verona
Per delineare il ruolo delle donne nel Paese ai tempi del Cavaliere, un'autrice tenta anche una lettura ironica delle serate del premier

Quando si dice il tempismo. ?Non poteva cadere in un giorno migliore la presentazione (già programmata da tempo) del libro "Filosofia di Berlusconi. L'essere e il nulla nell'Italia del Cavaliere". Poche ore dopo la richiesta di giudizio immediato della Procura di Milano nei confronti del premier, a Verona alcuni docenti dell'Università hanno proposto il loro saggio.?Quasi 200 chilometri di distanza, ma un unico filo conduttore: un'Italia dove l'essere coincide con l'apparire, dove la realtà è ridotta a fiction, dove le donne - oggi simbolo di bellezza e soprattutto disponibilità - sono il metro con cui si misura il successo di un politico. Uno in particolare, in effetti. O almeno questa è l'analisi che emerge dal libro, presentato ieri nell'aula T2 del polo Zanotto. Il nome del presidente del Consiglio è stato citato una sola volta, ma gli epiteti non sono mancati: dal "tiranno" dedito al vizio e alla lussuria, al "nefasto imbonitore ridens". Una raccolta di saggi destinata certamente a far discutere, e molto, che mira - hanno spiegato gli autori - a colmare un vuoto, analizzando in termini filosofici il fenomeno del Berlusconismo, dopo anni di silenzio degli intellettuali italiani.?DESTINATO A SOLLEVARE POLEMICHE. Prima ancora di entrare nelle librerie, la pubblicazione ha già suscitato parecchie polemiche. In primis, da parte di Azione Universitaria - Studenti per la Libertà, che ieri ha voluto dissociarsi completamente dal comportamento tenuto dall'ateneo nel concedere il patrocinio a una manifestazione "di chiaro stampo politico".?"Nessuno contesta la libertà di parola e di iniziativa all'interno dell'Università, ma questo libro ha solo l'obiettivo di offendere la figura del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi", è stata l'accusa rivolta agli organizzatori. "Questo vero e proprio pattume intellettuale cafonistico noi non lo consiglieremmo nemmeno al nostro peggior nemico". E ancora. "Denunceremo questo fatto al ministero dell'Istruzione, perché questa non è nemmeno politica ma una lezione di diffamazione e insulti gratuiti", insistono gli Studenti per la libertà.?La risposta è arrivata subito dal preside della facoltà di Lettere e Filosofia, Guido Avezzù. "Le polemiche vanno fatte dopo aver letto un libro, non prima", è stato il commento di Avezzù, "sono state estratte singole parole, in modo disordinato, con una metodologia di tipo inquisitorio che non fa onore ai media e a chi vi si appoggia: questi saggi, invece, hanno radici molto profonde, le pagine sono scritte con grande rigore metodologico". Un'analisi del Berlusconismo, dunque, a partire dalla definizione che Platone dava di "tirannide".?AL CENTRO IL RUOLO DELLA DONNA. "La "tirannide" veniva descritta dal filosofo come la mala pianta che fiorisce nel paese della cuccagna, quando trova il concime della libertà", ha spiegato Lorenzo Bernini, uno degli autori, "il tiranno è dipinto come un uomo vizioso e la sua astuzia sta nell'instupidire i suoi sudditi". Dalle ragazze di "Non è la Rai" alle veline di "Striscia la Notizia": il vizio trae origine e vigore anche dalla figura delle donne nella sua odierna accezione. "Ho cercato di decostruire questo regime "fallocratico" attraverso una lettura ironica delle serate di Palazzo Grazioli, ormai già archeologia", ha raccontato Olivia Guaraldo, "e ciò che ne è emerso è una donna "accessorio", di cornice, non autonoma di significato".?Ma il libro presentato ieri prende in considerazione anche un altro aspetto. "Che ruolo ha avuto la Chiesa in questi anni?", ha voluto chiedere l'autore Italo Sciuto, "le gerarchie ecclesiastiche sono venute meno al loro dovere di combattere contro la distruzione dell'etica pubblica, attuando un'oscena fornicazione con il movimento che sostiene questo nichilismo".



++ www.donnepensanti.net

Pensare al presente - qualche riflessione a partire da Filosofia di Berlusconi, L'essere e il nulla nell' Italia del Cavaliere

di Martin Rueff

"In Italia l'apparato sociale è divenuto quanto più possibile coestensivo con il principio dell'Osceno";

1. Se la situazione attuale desta una giusta indignazione, se la rabbia domina, se l'esasperazione guadagna terreno sia davanti alle incredibili rivelazioni di questi ultimi giorni sia di fronte alle demenziali pantomime e altre pirotecnie difensive di colui che potrebbe sfidare l'uomo ragno nell'arrampicarsi sugli specchi, ciò di cui c'è bisogno oggi, non è tanto di denuncie per quanto necessarie siano, né di slanci rabbiosi in nome della dignità, per quanto liberatori possano essere, ma piuttosto di argomenti e di distinzioni fondate sulle cose stesse e nel senso comune ovvero condivisibili. Spetta alla filosofia il compito di portare argomenti e distinzioni, spetta ai filosofi il compito di non lasciarsi intimidire dalle immagini e dagli slogan per cercare di vederci chiaro e di proporre alla meditazione e alla discussione argomenti validi suscettibili di mostrare le cose al di là del teatro di fumo dei media e della loro macchina del consenso. La filosofia è davvero al suo posto quando è macchina di dissenso e quando questa macchina è capace di dissentire da sé stessa. Bisogna intenderci sull'uso reiterato da tutti di parole quali privacy, garanzia, tutela, per non parlare di parole come amore, libertà, moralità e così via.
Filosofia di Berlusconi, l'essere e il nulla nell'Italia del Cavaliere curato da Carlo Chiurco, offre nella veste elegante di un nero implacabile e di lettere rosse sangue, non tanto una variazione sul Rosso e il Nero - ovvero sull'ambizione, ma sull'essere e il nulla ovvero il teatro delle marionette e dei fantasmi. Così il titolo rimanda meno a Sartre - anche se la sua filosofia radicale della libertà e della scelta sembra condivisa dagli autori - quanto piuttosto ad Amleto: fra l'essere e il nulla si muovono, con sembianze più o meno flaccide, fantasmi e vampiri. Il fantasma, fra essere e nulla è l'essere insistente di un nulla quanto più pericoloso e duraturo che sfugge al corpo. Il corpo del nulla. A volte ci vogliono anni per far fuggire un fantasma - il count down potrebbe essere già iniziato. Ma anche il vampiro è immagine calzante perché si nutre della vita degli altri, succhia il loro sangue, svuota la loro vita e la schiavizza. Hanno cuore e competenza, tempra filosofica e piglio di scrittori questi sette filosofi - e si consiglia di leggere un capitolo al giorno e di ricominciare da capo.

2. La prima cosa che colpisce in questi saggi (perché sono saggi anche nel senso di tentativi) è la presenza del corpo e del corpo delle donne. Quattro di questi saggi permettono di capire meglio come il berlusconismo abbia trasformato il rapporto fra i sessi tentando di trasformare il corpo delle donne.
Lorenzo Bernini comincia col trateggiare il corpo del tiranno come "catastrofe della virilità" ma la Sua è un'analisi impietosa del tipo di tirannia esercitata da Berlusconi. In un saggio ispirato, Silvia Cavalieri, una delle Donne Pensanti, percorre una via molto originale. Da filosofa vuole stabilire in primis una distinzione che comanda tutte le altre: il comportamento del presidente del consiglio non ha a che fare con la patologia ma con la politica, con l'ideologia, con la visione del mondo (p.53). Ma la ricostruzione di questa visione non deve essere lasciata agli amanti dei massimi sistemi. Se Berlusconi ha conquistato potere sfruttando le donne, se Berlusconi è stato denunciato dalle donne, se Berlusconi sta per cadere per le donne, allora bisogna indigare su qualche figura di donna in particolare. Una specie di microstoria del berlusconismo dove il nome proprio assume più rivelanza del nome comune: Noemi, Patrizia, Veronica sono le tre Parche di questa tragedia al femminile che non è nient'altro che una tragedia del femminile. Convince moltissimo questo modo di fare storia - se il berlusconismo ha cambiato in profondità la vita delle Italiane e degli Italiani, non c'è niente di più utile che descrivere queste vite. Olivia Guaraldo offre strumenti di analisi molto pertinenti per ricostruire il rapporto fra media, sesso e potere nell'Italia di Berlusconi - partendo da trasmissioni televisive (ottima l'analisi di Non è la Rai, pp. 101-105), scrutando il ruolo che le donne sono state chiamate ad indossare (se così si può dire trattandosi di corpi snudati), fa capire un fatto decisivo. Mai "politica sessuale" fu più arcaica, retrograda, defunta di quella di Berlusconi. Mentre lui pretende in questo campo come in tanti altri di incarnare la modernità ha un immaginario senza inventività né creazione. Il saggio della Guaraldo condivide con il lavoro di Gianluca Solla sull'osceno, una visione sarcastica del potere "insignificante" di Silvio Berlusconi. Partito da un suggerimento di Foucault per il quale la massimizzazione del potere si accompagna alla squalifica del sovrano, Solla chiama tale potere "ubuesque" e costruisce una dimostrazione perfetta dell'oscenità principiale di questo potere - "in Italia la pornografia è divenuta metodo di governo, principio regolatore della politica" (§ 29, p. 145). 3. Vanno sicuramente letti i tre altri saggi, che pur non vertendo direttamente sul femminile, aiutano a farsi un'idea più precisa della scena in atto. Carlo Chiurco, ideatore del volume, offre in un saggio profondo, un'inchiesta sulla figura del Nulla nella società politica del berlusconismo. Cita Sartre "le ossa dell'essere sono intrise di nulla" come il moto che permette di descrivere il "nichilismo pratico del nostro tempo" (pp. 69-71). Chiurco non nasconde una difficoltà decisiva, e filosofica, e che sorge costantemente all'estero: come mai il falso e il nulla sono così attraenti? Sortilegi del falso. In "Miseria del cattolicesimo", Italo Sciuto tenta di rispondere ad un'altra domanda che desta tanta perplessità: come mai la Chiesa, così decisiva quando si tratta di costruire moralismi, si accontenti con così tanta buona coscienza di un presidente del consiglio che si autodefinisce "peccatore" come se fosse un satisfecit o un pregio? Il libro si chiude sul concetto intrigante di "Real(ity) Politik" dove l'effettività della politica ha lasciato il posto ai fantasmi del reality. E' firmato Seraphicus. 4. Dal momento che ogni autore sembra condividere la visione di una politica ridotta ad un palco dove si muovono i peggiori fantasmi, i più grotteschi vampiri; dal momento che l'agorà è diventata una scena fantasmatica, non pare impossibile ricollegare ogni saggio ad una figura del teatro. Chiurco di sicuro si inspira al teatro di Sartre; il Bernini a Molière; la Cavalieri a Eschilo; l'universo della Guaraldo sarebbe quello di Beckett; quello del Solla è dichiaratamente quello di Jarry; il teatro di Sciuto guarda a Bernanos e quello di Seraphicus al teatro delle ombre cinesi.

L'insieme è dovuto a Shakespeare.

5. Non v'è dubbio che Filosofia di Berlusconi - L'essere e il nulla nell'Italia del Cavaliere, risponda ad una necessità: offrire ad ognuno argomenti, testi di riferimento e elementi di discussione per la costruzione di una riflessione basata sulla nostra indignazione. Colpisce il coraggio di chi accetta di pensare il presente. Non solo di pensare al presente. Evitare la ripetizione delle vecchie analogie, fare scendere la filosofia perennis dei libri per analizzare quello che succede: ecco le tentazioni che non portano da nessuna parte e che potrebbero addirittura far odiare la filosofia. Se ne guardano bene i nostri autori. Ma dal momento in cui un filosofo accetta la sfida di diventare quello che Foucault chiamava un "intellettuale specifico", capace di pensare il presente, allora la sua utilità è evidente. È proprio questa evidenza che attraversa il libro curato da Chiurco. Non si sa ancora se davvero, come lo auspica, l'autore "è la volta buona". Ma una cosa è certa: oggi, in Italia, la sfida per inventare una società liberata e libera, partecipativa e politica, giusta in quanto egualitaria, questa sfida passa per una nuova definizione del ruolo delle donne e, in un modo più generale, del ruolo del femminile. E questo, anche i vampiri, sospesi fra l'essere e il nulla, lo hanno capito. A loro spese.

Martin Rueff ha insegnato vari anni all'università di Parigi. È professore ordinario di lingua e letteratura francese presso l'università di Ginevra. Scrittore in versi, traduttore e critico, è autore di vari libri di poesia e di critica. È coredattore in capo della rivista Po&sie, direttore della collana Terra d'Altri e autore di vari saggi in francese sul berlusconismo.






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